amministratore di condominio
Novembre 11, 2021

Come diventare amministratore di condominio

By Giorgia

Il compito dell’amministratore di condominio è quello di assicurare il buon andamento della vita in comune all’interno degli edifici di cui è responsabile. Sta a lui occuparsi degli aspetti amministrativi, finanziari e tecnici degli immobili.

Garantisce la manutenzione tecnica e domestica delle parti comuni (vano scale, ascensori, ecc.) e assicura l’applicazione delle norme da parte degli abitanti degli edifici di sua competenza. L’amministratore di condominio ha anche il compito di ripartire il budget in base alle esigenze legate alla gestione degli immobili (contratti di assicurazione stabile, stipendio del custode, eventuali lavori, ecc.).

L’amministratore di condominio deve avere un buon senso della comunicazione e deve sapersi adattare ai diversi interlocutori con cui lavora. Potrebbe dover gestire conflitti e dimostrare diplomazia o saper negoziare è essenziale per svolgere assemblee generali. La conoscenza della gestione, della finanza, del settore immobiliare e le capacità manageriali sono essenziali per diventare amministratore di condominio.

Il percorso per diventare amministratore di condominio

Fino a pochi anni fa, l’attività di amministratore di condominio poteva essere svolta da chiunque, e non era raro il caso di un condominio che si proponesse per ricoprire quel ruolo. Sebbene sia ancora possibile scegliere un amministratore tra gli interni, oggi è visto come un ruolo che richiede, oltre impegno e passione, anche competenza e preparazione.

Recentemente, il Ministero della Giustizia è intervenuto sulla questione delineando i criteri e le modalità per la formazione degli amministratori di condominio, racchiusi in un decreto ministeriale.

La buona notizia è che non è richiesto alcun titolo di studio accademico. Chi vuole diventare amministratore di condominio deve innanzitutto avere conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo grado. È poi richiesta la frequentazione di un corso di formazione iniziale di almeno 72 ore, delle quali per lo meno un terzo dedicate ad esercitazioni pratiche, e svolgere l’attività di formazione periodica in materia di amministrazione condominiale per almeno 15 ore annuali.

Naturalmente, tra gli altri requisiti vi sono il pieno godimento dei diritti civili, una fedina penale pulita e il non non essere interdetti o inabilitati.

Non esiste un corso di formazione predefinito: le stesse associazioni di categoria come l’Unai (Unione nazionale amministratori di immobili) o l’Anammi (Associazione nazional-europea degli amministratori di immobili) organizzano corsi di formazione per chi vuole diventare a tutti gli effetti un amministratore di condominio.

I formatori solitamente provengono da diverse aree professionali (legge, magistratura, ingegneria ecc…), al fine di fornire una comprensione vasta ed eterogenea sugli aspetti tecnici, giuridici, contabili, amministrativi e gestionali di un condominio. Il programma del corso deve essere comunicato al Ministero della Giustizia, affinché sia ufficialmente riconosciuto.

Il corso può essere svolto anche per via digitale ma, ad ogni modo, si dovrà sempre sostenere un esame nella sede individuata dal responsabile. Il conseguimento dell’attestato permette l’iscrizione  al registro telematico degli amministratori di condominio. Non esiste, tuttavia, un albo professionale in cui può essere inquadrata la categoria.

Non essendo inquadrato da un punto di vista contrattuale, l’amministratore di condominio è tenuto all’apertura della partita Iva per il versamento dei contributi all’Inps. La retribuzione di un amministratore di condominio principiante può variare da 2.000 a 2.500 euro lordi mensili, a seconda delle responsabilità assunte.